Star bene nella relazione. La metafora dei due porcospini


Spesso le persone credono che per star bene e poter valutare come "buona" una relazione, sia necessario stare vicini vicini. In realta', come ci dimostra la metafora dei due porcospini, non e' sempre cosi'. Come ci illustra chiaramente la metafora proposta da Shopenhauer infatti, i due porcopsini per star bene hanno bisogno di trovare un equilibrio: vicini quanto basta al fine di non avere freddo, contemporaneamente lontani quanto basta per non rischiare di pungersi reciprocamente coi propri aculei. Trovare il giusto equilibrio per star bene, insomma, non e' cosa semplice. Fondamentale per riuscirci e' riflettere su cio' che ci lega agli altri: un bisogno reciprocamente sentito, o, al contrario, un bisogno unilaterale, che non tiene conto delle necessita' emotive altrui? Riuscire a scoprire il perche' desideriamo tanto una relazione, e' un processo che puo' essere assai lungo e faticoso, e per il quale e' quasi sempre necessario l'aiuto di un professionista. E' proprio nel raggiungimento di tale equilibrio che sta il segreto di una buona relazione, e che ci porta davvero a stare bene,con gli altri e conseguentemente con noi stessi.

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Star bene nella relazione. La metafora dei due porcospini

Spesso le persone credono che per star bene e poter valutare come "buona" una relazione, sia necessario stare vicini vicini. In realta', come ci dimostra la metafora dei due porcospini, non e' sempre cosi'. Come ci illustra chiaramente la metafora proposta da Shopenhauer infatti, i due porcopsini per star bene hanno bisogno di trovare un equilibrio: vicini quanto basta al fine di non avere freddo, contemporaneamente lontani quanto basta per non rischiare di pungersi reciprocamente coi propri aculei. E' proprio nel raggiungimento di tale equilibrio che sta il segreto di una buona relazione, e che ci porta davvero a stare bene,con gli altri e conseguentemente con noi stessi.
Nonostante l'apparente ovvieta', il punto e' che questo equilibrio non sempre e' facile da comprendere, ma al contrario, il piu' delle volte e' l'esito di un lungo e complesso processo.
Alla base di questa ricerca di benessere sta uno dei concetti cardine della teoria sistemico - relazionale, ovvero la differenziazione (Kerr e Bowen, 1990). Con questo termine si fa riferimento alla cosiddetta separazione emotiva, una particolare tipologia di "distanza" che un individuo percepisce nei confronti delle persone con cui e' in relazione, e che nello specifico consiste nel livello col quale l'individuo si sente di bastare a se stesso, indipendentemente dalle relazioni con gli altri. Laddove tale differenziazione non sia stata raggiunta in modo soddisfacente, il soggetto tende a vivere le relazioni in cui si sente maggiormente coinvolto, in modo ansioso, spinto dal continuo bisogno di vedere confermato il suo bisogno di dipendenza dall'altro, ricercandone quindi una continua approvazione/vicinanza. Il soggetto con basso livello di differenziazione cioe', ricerca il suo star bene nel modo errato. Questo deriva da un errore di valutazione, ovvero dalla equilivalenza "star bene in una relazione = vicinanza fisica".

Da un punto di vista pratico questo si traduce in un gatto che si morde la coda, ovvero un circolo vizioso. Da un lato colui che percepisce il bisogno di conferma da parte dell'altro, tendera' a rincorrere l'altro sperando di sentirsi da questo riconosciuto e soddisfatto grazie (appunto) ad una risposta positiva di conferma (ad esempio: "Accetto di uscire con te!". Allo stesso tempo pero', l'altro tendera' a fuggire sempre piu' lontano per evitare di sentirsi intrappolato in una relazione in cui non sente soddisfatto il suo (contrariamente all'altro) bisogno di indipendenza.

Trovare il giusto equilibrio per star bene, insomma, non e' cosa semplice. Fondamentale per riuscirci e' riflettere su cio' che ci lega agli altri: un bisogno reciprocamente sentito, o, al contrario, un bisogno unilaterale, che non tiene conto delle necessita' emotive altrui? Riuscire a scoprire il perche' desideriamo tanto una relazione, e' un processo che puo' essere assai lungo e faticoso, e per il quale e' quasi sempre necessario l'aiuto di un professionista. Riconoscere la differenza tra bisogno personali ed altrui e' infatti il passo piu' complesso, che necessita di grande capacita' di introspezione nonche' di grande coraggio per ammettere, talvolta, l'inammissibile.
Una volta fatto questo passo pero', la strada sara' tutta in discesa! "Magicamente" si impara a relazionarsi agli altri nel rispetto dei desideri e dei bisogni reciproci, secondo un pacifico equilibrio percepito da tutti i membri coinvolti. Da qui ne discendera' che inizieremo a ricercare gli altri secondo modalita' reciprocamente accettate ed accettabili, riceveremo conseguentemente meno rifiuti e, per chiudere il cerchio, il nostro livello di ansia diminuira' notevolmente, vedendoci finalmente star bene, coinvolti in una relazione rilassata e reciprocamente vissuta come soddisfacente.

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